Fidati

Angolo Autrice: questa Fan Fiction nasce per essere il continuo di "Ti starò vicino finché lo vorrai", ma non ha necessariamente bisogno della precedente per avere senso.



Hermione si svegliò di soprassalto nel suo letto. Era piena estate, l’estate dopo la fine della Battaglia, e lei si trovava alla Tana, nella camera che adesso divideva con Ginny. Le piaceva passare lì la bella stagione, come quando era bambina.

Il caldo in quei giorni era soffocante e lei non riusciva assolutamente a dormire una notte per intero per colpa della temperatura, perché si svegliava completamente sudata, proprio come quella notte.

Decise di alzarsi e di andare a prendere qualcosa da bere in cucina, per cercare di rinfrescarsi. Spostò il lenzuolo che la copriva e si sedette sul letto, per sistemarsi il completino col quale dormiva. Non era certo qualcosa di sexy, in fondo dormiva in camera con la sua migliore amica, mica con il suo nuovo ragazzo e contemporaneamente vecchio amico Ron. Arrossì a quel pensiero, ricordando cosa era successo l’ultima volta che avevano passato la notte insieme e, sistemandosi la canottiera e i pantaloncini di semplice cotone bianco, si alzò e silenziosamente scese al piano terra per raggiungere la cucina senza svegliare nessuno. Era passata davanti alla stanza nella quale dormivano i ragazzi e aveva sentito un forte russare provenire dalla loro camera, il che la fece tranquillizzare facendole capire che nulla li avrebbe svegliati, figuriamoci i suoi leggeri passi.

Arrivata in cucina sentì una piacevole brezza che le accarezzò la nuca ancora umida e che le fece scorrere un piacevole brivido lungo la schiena. Si voltò verso il luogo dal quale proveniva il gradevole venticello e notò che la finestra della cucina era aperta e metteva in mostra una luminosissima luna piena. Si avvicinò alla finestra e appoggiò i gomiti sul bancone della cucina, in modo da poter osservare comodamente quello spettacolo.

Dopo diverso tempo (non sapeva esattamente quanto) che osservava la luna e le stelle, tornò a pensieri più terreni, evocati dal vento che aveva smesso di soffiare e che le aveva ricordato la terribile afa di quella notte.

Si guardò intorno, cercando qualcosa che le potesse dare refrigerio e vide sul bancone della cucina una ciotola con delle fragole e una con della panna, resti del dessert della cena. Ovviamente erano mantenuti da un incantesimo Refrigerante, se no sarebbero andati a male in poco tempo.

Si avvicinò a quel dessert e intinse una fragola nella ciotola con la panna prima di portarsela alle labbra, assaporando la freschezza e la dolcezza di quel frutto, passandosi poi la lingua sulle labbra per eliminare le sbavature della panna.

Per godere di quella delizia mentre veniva accarezzata dal vento si tirò su a sedere sul bancone, rivolta verso le scale e dando la schiena alla finestra; intinse un’altra fragola nella panna, portandosela alla bocca mentre chiudeva gli occhi, per concentrarsi completamente sul quel sapore fresco e pungente.

Quando deglutì e aprì gli occhi per prendere un altro frutto notò due profondi occhi azzurri puntati su di lei; anche se credeva di essere stata molto silenziosa, evidentemente non doveva essere stata molto brava e aveva svegliato Ron.

“Scusami, ti ho svegliato?” disse per rompere il ghiaccio, poiché il modo indagatore con cui lui la stava guardando la stava mettendo a disagio.

Lui non le rispose e non fece nemmeno un cenno, ma girò attorno al tavolo del salotto e si avvicinò a lei, posando con sicurezza le sue labbra su quelle di lei.

Hermione cinse istintivamente il collo del ragazzo con le sue braccia e intrecciò le sue dita nei capelli di lui, per avvicinarlo ancora di più a sé e approfondire il bacio.

Quando ebbero bisogno di respirare, Ron si staccò dolcemente da lei e rimanendo abbracciati le disse “Sai di buono…” mentre le sue guance e le sue orecchie diventavano dello stesso colore dei capelli.

“Sono le fragole” rispose Hermione, che trovava adorabile il fatto che lui continuasse ad arrossire ogni volta che la baciava anche dopo tutti quei mesi dalla prima volta che era successo, e mentre gli accarezzava una guancia gli disse “Ne vuoi una?”.

“Voglio un altro tipo di fragola!” disse Ron con una strana sicurezza, che contraddiceva le sue orecchie infuocate. La baciò di nuovo con vigore e mentre lei lo cingeva nuovamente con le sue braccia lui la sollevò per le cosce e la depositò sul tavolo della cucina, facendola sdraiare sotto di lui.

Si mise in ginocchio ai suoi piedi e iniziò con la sua lenta tortura, baciandole prima l’interno della caviglia, poi risalendo lungo i polpacci, il retro del ginocchio, e lentamente salì lungo le cosce, aumentando la lentezza con la quale si muoveva per farla ardere ancora di più.

Hermione si era completamente abbandonata alle sue attenzioni e gemeva sommessamente, cercando di non svegliare nessuno, anche se più lui risaliva lungo le sue cosce, meno lei riusciva a controllarsi. Quando Ron arrivò all’elastico dei pantaloncini e fu in procinto di tirarlo giù per adempiere a quello che lei bramava da lunghissimi minuti, furono interrotti da un urlo.

“Ragazzi, ma che schifo, qui ci mangiamo, contenetevi!”

La voce apparteneva ad una rossissima e inviperita Ginny, che era scesa in cucina e li aveva trovati non molto composti sul tavolo della cucina.

Ron si alzò immediatamente in piedi, completamente rosso in viso, ma soprattutto nelle orecchie, mentre Hermione si mise seduta e iniziò a sistemarsi il pigiama con fare quasi maniacale, anche se questo non era assolutamente fuori posto.

“Hai ragione Ginny, scusaci. Dovevamo controllarci” disse Hermione mortificata, una volta aver ripreso il controllo di sé. Notò allora che Ginny non aveva indosso il pigiama col quale era andata a dormire, ma una lunga camicia che sembrava la parte di sopra di un pigiama maschile, e aveva i capelli molto arruffati.

Quando Ginny notò che Hermione stava osservando il suo abbigliamento e i suoi capelli avvampò e istintivamente incrociò le braccia sul petto. Quando capì che lei non avrebbe detto niente a suo fratello si rilassò un attimo e poi, sempre squadrando Ron con sguardo torvo, prese le due ciotole con la panna e le fragole e si diresse su per le scale lasciandoli di nuovo soli in cucina.

“Spero che Gin tenga la bocca chiusa, se no domani la mamma ci ucciderà. Ma se la mamma saprà qualcosa lei verrà giù con noi.” Disse Ron cercando di sembrare determinato, ma con un tono di voce abbastanza timoroso.

“Tranquillo, non le dirà nulla. Fidati!”

“Mi fido, mi fido. Ormai i tempi in cui ti contraddicevo per ogni minima stupidaggine sono passati; ora ho modi più efficaci per attirare la tua attenzione.” Disse lui sogghignando.

Hermione rispose a quell’affermazione ridendo sottovoce mentre gli dava un buffetto sulla spalla.

Quando smisero di ridere Ron disse “Allora, vuoi tornare a letto? Sarà almeno un’ora che sei qui sotto”.

“Non penso che riuscirei a dormire comunque, c’è troppo caldo, pensavo di andare a fare una passeggiata. Vuoi venire?”.

Ron annuì e prendendole la mano la condusse fuori dalla porta, verso il giardino. Hermione ringraziò il suo cervello sempre pronto all’azione perché con un'unica scusa era riuscita a rimanere di nuovo sola con Ron e contemporaneamente aveva impedito che il suo ragazzo avesse sorpreso sua sorella e il suo migliore amico in situazioni poco edificanti.

Passeggiarono mano nella mano fino all’albero che si trovava in fondo al giardino, di fronte al laghetto. Nelle calde giornate estive, i Weasley sguazzavano in quel laghetto per rinfrescarsi e sonnecchiavano sotto quel grande albero, ma di notte era un posto appartato nel quale isolarsi per godere dell’aria fresca; o almeno, Ron lo aveva sempre usato solo per quello, ma fino ad allora non aveva mai avuto una ragazza con la quale condividere quel luogo.

Si sedette sull’erba tirando dietro di sé Hermione che si accoccolò accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla.

“È un bel posto, non c’ero mai stata di notte” disse Hermione.

Ron annuì e la strinse più forte, posandole poi un leggero bacio sulla fronte. Lei sollevò il mento sorridendo e gli diede un leggero bacio a fior di labbra.

Non voleva provocarlo con quel bacio, voleva solo sentirsi più vicina a lui e fargli sentire quello che provava, ma appena le loro labbra si sfiorarono fu come se il fuoco sopito poco prima fosse divampato ancora più ardente.

Ron approfondì il bacio stringendola a sé ed Hermione gli salì a cavalcioni, cingendolo con le sue cosce. In quella posizione sentì quanto lui la desiderasse e lei non era da meno, quindi approfondì ancora il bacio, lasciando scorrere le sue dita sul suo petto nudo e graffiandolo leggermente con le sue unghie corte.

Ron gemette contro le sue labbra e senza smettere di baciarla diresse le sue dita sulle bretelline della canottiera di lei, facendole scivolare lungo le sue spalle. Iniziò a massaggiarle il seno, mentre lei gemeva contro le sue labbra, e quando Hermione buttò la testa indietro aggrappandosi alle sue spalle, lui ne approfittò per chinarsi a baciarle il seno.

Hermione perse quel poco di lucidità che le era rimasta fino a quel momento e fece scivolare le mani lungo il petto di lui, fino ai pantaloni del suo pigiama e iniziò a spingerli verso il basso ma invano.

Si alzò esasperata dopo diversi tentativi e con un gesto sicuro si liberò dei suoi pantaloncini e del sotto del pigiama di Ron velocemente, tornando poi sopra di lui.

“Tu vuoi uccidermi” sussurrò Ron contro il suo collo, mentre riprendeva a baciarla, ma non fece in tempo a finire la frase che Hermione era già scivolata su di lui, facendolo scivolare dentro di lei.

Ron gemette forte contro il suo collo, mentre la stringeva più forte e si muoveva con lei, che intanto si era aggrappata alle sue spalle come se fossero le uniche cose che la tenevano aggrappata alla Terra.

Tra sospiri e graffi si muovevano nella notte buia, nascosti da quell’albero che fino a quel momento avevano usato solo per riposare e che da allora gli avrebbe ricordato quella notte di passione. Si muovevano stringendosi l’uno all’altra tra gemiti soffocati, parole d’amore sussurrate e baci passionali. Si mossero finché Hermione non si lasciò completamente andare alla passione, urlando il nome di lui e aggrappandosi con forza alle sue spalle, mentre lui la accompagnava, completamente ipnotizzato da quella visione.

Si abbandonarono poi l’uno all’altra, abbracciati, sudati e stanchi sull’erba, ma felici e soddisfatti.

“Dovrei fare uno spuntino notturno più spesso” disse poi Hermione sorridendo contro la spalla di lui, che si stava arrossando per i graffi lasciati da lei.

“Allora io dovrei seguirti più spesso per spiarti mentre mangi frutta in modo sensuale per poi saltarti addosso come un maniaco” disse Ron ridacchiando.

“Ma io non mangiavo in modo sensuale, pensavo di essere sola! Perché avrei dovuto?” disse Hermione scostandosi per guardare negli occhi Ron.

“Oh, tu sei sensuale in tutto quello che fai, fidati!” disse infine lui, bloccando sul nascere qualsiasi obiezione di lei con un dolce ma passionale bacio.

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