Give My Heart Back

Nuovo esperimento: Fan Fiction di Once Upon a Time. Spero vi piaccia!





"Ci vuole gentil... Ouch" non aveva avuto il tempo di finire la frase che un dolore lancinante al petto, nel posto nel quale avrebbe dovuto esserci (e dove adesso c'era di nuovo) il suo cuore gliel'aveva troncata.

"Scusa, pensavo che veloce fosse megl..." questa volta era toccato a lei non finire la frase, perché le labbra del pirata, del suo pirata, avevano catturato velocemente le sue.

Killian finalmente, dopo giorni, poteva di nuovo "sentire" a pieno quelle sensazioni che gli regalava toccare la donna che amava, baciarla, stringerla a sé; sensazioni che gli erano mancate incredibilmente nei giorni nei quali il coccodrillo aveva posseduto il suo cuore.

L'aveva baciata e stretta comunque, ma sentiva che in quel modo c'era qualcosa di sbagliato, qualcosa che mancava, mentre adesso era tutto tremendamente giusto.

La strinse più forte a sé e con passione la spinse contro il muro del retro di Granny's, facendo aderire il suo corpo con quello di lei.

Dopo un bacio interminabile, che gli sembrò comunque troppo corto, si staccò di malavoglia dalle labbra di Emma; i loro visi dondolavano vicini, come attratti da un magnetismo inarrestabile, ma sapeva che se avesse continuato a baciarla quel poco di lucidità che aveva in quel momento, tra la passione che gli scatenava quella donna, la sua donna, e le emozioni tornate prepotentemente tutte in una volta, non sarebbe riuscito a controllarsi.

"Te l'ho detto che sono bravo... a sopravvivere" le aveva sussurrato a fior di labbra, con gli occhi semichiusi, mentre ancora le fissava con desiderio, affamato.

Emma sentendo quel sussurro, con quel celato doppio senso, si morse il labbro inferiore, senza pensarci.

Questo causò definitivamente la disfatta di tutte le buone intenzioni del povero Uncino, che si avventò di nuovo sulle labbra di lei, baciandole e mordicchiandole come aveva fatto lei un secondo prima, mentre la intrappolava tra il suo corpo e il muro.

Emma, dal canto suo, non era per niente dispiaciuta dalle attenzioni del pirata, lo strinse più forte a sé, affondando le dita tra i capelli scuri di lui, mentre con l'altra mano gli accarezzava il petto, lì dove adesso si trovava di nuovo il suo cuore, sotto la camicia parzialmente sbottonata.

La mano di Uncino intanto vagava sotto il maglioncino di lei, tastando la sua pelle morbida, accarezzando i suoi fianchi, regalandole brividi in parte dovuti al freddo metallo degli anelli sulla sua pelle calda, in parte a quello che quelle carezze trasmettevano.

Killian strinse più forte Emma e la sollevò dal pavimento, mentre lei avvolgeva le gambe attorno ai fianchi di lui.

Con una mano si teneva ancora aggrappata al suo collo mentre con l'altra cercava le chiavi della stanza di Uncino nelle tasche della sua giacca di pelle, senza che lui se ne accorgesse.

"Non pensavo fosse così facile rubare ad un pirata!" disse Emma brandendo la chiave, con la testa appoggiata contro il muro, per distanziarsi temporaneamente dalle sue labbra.

Killian ripropose il suo sorriso sghembo e disse "Beh, anche il pirata migliore ha le sue debolezze, e a quanto pare tu sei la mia, Swan".

Provò di nuovo a chinarsi sulle sue labbra per baciarla, ma senza successo, perché Emma si tirò indietro, questa volta dicendo "Basta dare spettacolo nei corridoi di Granny's, quando abbiamo un posto appartato nel quale andare!".

Sventolò di nuovo le chiavi sotto il naso di Killian, poi con la mano libera afferrò l'unica mano di lui e lo trascinò nella sua stanza, che ormai conosceva anche troppo bene.

La porta non ebbe il tempo di chiudersi che Uncino si era avventato nuovamente sulle labbra di lei, cosa che a Emma non dispiacque affatto, e anzi rispose con talmente tanta foga da far indietreggiare di qualche passo il pirata.

Approfittò di questo raro vantaggio che lui le aveva concesso e lo liberò dalla giacca di pelle, che fece un lieve tonfo cadendo sul pavimento, e iniziò a dedicarsi ai bottoni del suo panciotto, mentre lui con la mano e l'uncino faceva scivolare la giacca di Emma accanto alla sua.

Killian fu spinto ancora, e costretto a indietreggiare urtò contro il letto, cadendovi seduto sopra.

Emma si mise a cavalcioni su di lui e continuò a baciarlo, mentre anche il panciotto volava in qualche angolo remoto della stanza. Iniziò a passare le dita sul petto di lui, sulle parti scoperte che i bottoni aperti della camicia gli permettevano di raggiungere, e tentava di infilarle sotto di essa, per poter assaporare meglio la sua pelle.

Killian scese dolcemente a baciarle il mento, mentre con la mano tirava leggermente i capelli, facendole esporre completamente il suo collo niveo.

Mentre scendeva a baciarle il collo un sospiro uscì dalle labbra di Emma, che intanto stava trafficando senza molto successo con i bottoni della camicia di lui.

"Sapevo che un giorno avresti accettato il fatto che sono irresistibile" sogghignò Killian contro il collo di lei, pizzicandolo con la barba e facendola sospirare nuovamente.

"Non stiamo parlando di te qui, pirata, ma di me e dei miei bisogni, dei quali tu non ti occupi da giorni!" lo zittì lei. Non avrebbe mai ammesso l'effetto che le faceva, anche se ormai era più che evidente.

"Avete ragione, Principessa, mi farò perdonare" rispose lui sogghignando un'altra volta, prima di tuffare di nuovo il viso nel collo di lei e liberare la nuca dalla sua stretta per dedicarsi a ben altre attività con la sua unica mano.

Emma, la sua Emma, non avrebbe mai ammesso l'effetto che lui riusciva ad avere su di lei, e a Killian andava bene così, adorava punzecchiarla e sentire le sue risposte a tono, rendeva tutto più divertente.

Emma sbuffò quando lui la chiamò "Principessa", era consapevole che lui la chiamava così solo per irritarla, ma non ebbe il tempo di ribattere perché la sua bocca si riempì nuovamente di sospiri: era decisamente finito il tempo per le parole.

Era finalmente riuscita a sbottonargli la camicia, che era velocemente finita sul pavimento insieme al maglioncino di Emma, sfilato con un rapido gesto pochi secondi dopo la fine della loro conversazione.

Emma adesso lasciava che le sue mani scorressero sulle spalle, sul petto e sulla pancia di lui, passando a volte per i fianchi e sbottonandogli prima la cintura e poi ad uno ad uno i bottoni che gli chiudevano i jeans.

Killian intanto si dedicava al corpo di lei, baciava qualunque parte riuscisse a raggiungere da quella posizione: spalle, collo, petto, pancia; con la mano la stringeva a se possessivamente mentre con l'uncino tracciava delicatamente fantasiosi disegni sul suo fianco, facendola rabbrividire.

Quando Emma gli slacciò l'ultimo bottone dei pantaloni, Killian decise che le aveva dato la possibilità di controllare il loro gioco già abbastanza, quindi si alzò, tenendo ancora Emma stretta a se, e invertì le posizioni.

Prima di sdraiarsi su di lei scalciò con un colpo deciso gli stivali e i jeans che ormai gli si erano arrotolati alle caviglie, poi tornò a dedicarsi alle sue labbra.

"Sei troppo vestita per i miei gusti, Swan" le sussurrò lui all'orecchio, subito prima di morderle giocosamente il lobo.

"Perché tu sei maledettamente lento, Capitano" gemette lei al morso di lui.

"Allora rimedio subito!" rispose Killian e sogghignando puntò l'uncino nella parte del reggiseno che univa le due coppe e con un gesto deciso tirò via il reggiseno, distrusse la chiusura dei jeans e strappò gli slip sottostanti.

"Killian, maled…" interruppe la frase di Emma con l'ennesimo bacio, mentre velocemente faceva scivolare quello che rimaneva dei vestiti di lei sul pavimento.

La baciava, la accarezzava, la toccava e lei ricambiava con passione tutti i suoi gesti; e poi non sapendo bene come, seguendo i loro cuori e il loro istinto, si ritrovarono ad essere una sola persona, a muoversi in sincronia, a cercarsi, a guardarsi, mentre le loro mani si stringevano, le loro labbra si toccavano e si divoravano, il suo uncino correva delicato ma deciso sul corpo di lei facendola rabbrividire.

Si cercarono, si strinsero e si amarono finché entrambi non ne ebbero abbastanza, finché sfiniti non si lasciarono cadere su quelle lenzuola che ormai avevano il loro odore e si abbracciarono cercando di riprendere fiato.





"Killian, maledizione, un'altra volta!" Emma stava raccogliendo quello che rimaneva dei suoi vestiti: sarebbe dovuta uscire da quella stanza già da un pezzo, avrebbe dovuto parlare con Regina, anziché cedere egoisticamente alla passione.

"Lo sai che non sono avvezzo ai vestiti di questo secolo!" rise di gusto lui, ancora sdraiato nudo sul letto, con le braccia incrociate dietro la testa.

"Questa scusa non attacca, a parte il reggiseno sono identici ai tuoi!"

"Beh, qual è il problema, tanto con la magia li ripari in un secondo, e io posso divertirmi a strapparteli di nuovo di dosso!" disse Killian, mentre le faceva l'occhiolino con la sua solita espressione strafottente. Intanto Emma, con un semplice gesto della mano era tornata ad essere vestita di tutto punto, con i suoi abiti di nuovo intatti.

Si avvicinò ad Uncino, per salutarlo con un bacio prima di lasciare la stanza.

"Ci vediamo dopo, Swan" disse lui, quando lei con molta difficoltà riuscì a svicolare dal possessivo abbraccio di Killian, e mentre si girava con un ultimo sorriso prima di aprire la porta le fece l'occhiolino.

"A dopo, ah e a proposito di vestiti di questo secolo, qui si usa mettere qualcosa sotto i pantaloni, Capitano" e dicendo questo gli fece comparire addosso un paio di boxer grigi, poi aprì la porta della stanza e uscì. Prima che la chiudesse del tutto alle sue spalle sentì Uncino urlarle in risposta "Puoi vestirmi quanto vuoi, ma sai benissimo di trovarmi molto più affascinante senza niente addosso!" e per una volta Emma non gli rispose ma si limitò a ridere, perché anche se con lui non lo avrebbe mai ammesso, aveva ragione.

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