Happy Beginning

"… il finale non è la felicità, stare insieme lo è".
Biancaneve si guardava intorno e sorrideva a tutta la sua famiglia, Uncino stringeva la moglie a sé ed Emma si appoggiava a lui dolcemente, mentre congiungeva la mano con quella di Henry.
"Direi di festeggiare andando da Granny's, in fondo non mangiamo da prima che questi due si sposassero!" disse Regina sorridendo, voleva mantenere vive le tradizioni di quelle che, dopo tanto tempo, erano diventate le persone più importanti della sua vita.
"Alla fine hai vinto tu, Biancaneve, stiamo festeggiando il matrimonio della nostra principessa da Granny's" disse David ridendo, mentre passava un braccio attorno alle spalle della moglie.
Stavano tutti per avviarsi, spensierati come non erano da tempo, quando Emma sentì tirare il braccio, segno che Henry, con il quale era ancora mano nella mano, non li stava seguendo.
"Ragazzino, tutto ok?" si girò per controllare che stesse bene, ma Henry sembrava tranquillo e sorrideva.
"Sto bene, stavo solo pensando a una cosa..." e senza dare il tempo a nessuno di chiedergli delucidazioni prese un taccuino e la penna dell'Autore e scrisse velocemente una frase.
Furono tutti avvolti da una nuvola di fumo viola e riappariranno sul tetto sul quale il giorno precedente si erano sposati Emma e Uncino, di nuovo nel pieno della festa.
"Henry, ma come...?"
"Come avevamo già detto, non ci saremmo fatti rovinare un altro matrimonio da una strega, quindi eccoci qui!"
"Ma non puoi usare la penna dell'Autore per cambiare gli eventi"
"Non l'ho usata per cambiare gli eventi, solo per cambiare location e abiti!" le rispose Henry con sguardo furbo, poi continuò "Direi che per una volta è la magia a dover pagare un prezzo a noi dopo tutto quello che ci ha fatto passare in questi anni! Quindi basta rimorsi o paure, divertiamoci!"
Detto questo Henry trascinò Regina e Zelena in mezzo alla pista da ballo per ballare insieme a sua madre e a sua zia.
David e Biancaneve, contenti di avere una seconda possibilità per godersi il matrimonio della figlia, sorrisero dolcemente guardando il nipote, poi David si avvicinò ad Emma e le chiese "Posso avere l'onore di questo ballo?".
Emma afferrò la mano che le offriva il padre e roteando nel suo abito bianco si avviò con lui al centro della pista da ballo.
Killian e Biancaneve guardavano la scena da fuori, rispettivamente sorridendo e commuovendosi per la dolcezza con la quale il padre e la figlia stavano danzando.
Quando la musica finì David ed Emma ripresero i loro rispettivi partner e tornarono in pista insieme agli altri.
La festa nuziale durò fino a tarda notte, tra balli, cene, dolci, brindisi e torte.
Killian ed Emma, che danzavano ancora stretti l'uno all'altra, come se avessero paura di scomparire se si fossero lasciati anche solo per un momento, non si erano nemmeno accorti che gran parte degli ospiti erano rincasati, e che erano rimasti in compagnia solo della loro famiglia.
Furono interrotti da Henry che li salutava abbracciandoli, comunicando loro che sarebbe rimasto a dormire da Regina: l'ultima cosa che voleva era passare la notte lontano da Emma quando aveva rischiato di perderla, ma si rendeva conto che probabilmente i novelli sposi avrebbero voluto casa libera.
Abbastanza disgustato dal motivo per il quale avevano bisogno di tale necessità, prese sotto braccio sia la madre che la zia e insieme si avviarono verso casa.
Anche David e Biancaneve sapevano che era ora di tornare a casa: il piccolo Neal aveva resistito anche troppo, si vedeva che era esausto e impaziente di andare nel suo lettino.
Entrambi strinsero i due sposi e poi si avviarono verso casa, col neonato in dormiveglia con la testolina appoggiata sulla spalla del padre.
Emma e Killian, dopo essersi concessi un ultimo ballo, si guardarono con gli occhi pieni di amore, poi Emma disse "Torniamo a casa anche noi? Non pensavo che una festa di nozze potesse durare tanto!"
Lui le sorrise dolcemente e annuì.
Scomparvero in una nube di fumo bianco e riapparvero davanti alla porta d'ingresso di casa loro.
"Sei diventata spaventosamente brava con la magia" disse Killian, alzando un sopracciglio.
"Non potevo mica guidare con questo vestito, non ci saremmo mai entrati in macchina!"gli rispose Emma, allargando le braccia per indicare la sua gonna.
Killian rise e la prese in braccio, spingendo poi la porta di casa mentre diceva "Benvenuta a casa, signora Jones!"
"Credevo avessimo deciso che avrei mantenuto il mio cognome, Killian!" gli rispose Emma, ridendo di gusto.
"Non importa come ti chiami, l'importante è sapere che ci saremo sempre l'uno per l'altra..." le sussurrò lui all'orecchio, subito prima di catturarle le labbra con le sue.
Emma rispose dolcemente al bacio, mentre si lasciava trasportare al piano di sopra della loro casa, dove si trovavano le camere da letto; quando sentì l'uncino di Killian avvicinarsi ai bottoncini che chiudevano il suo vestito sulla schiena, però, si fermò e lo allontanò.
Lui la guardò interdetto e per un attimo sembrò esserci rimasto male, ma subito dopo lei iniziò a ridacchiare e disse "So cosa fa il tuo adorato uncino ai miei vestiti, ma non permetterò al mio vestito da sposa di avere il loro stesso destino!".
Anche Killian iniziò a ridere insieme a lei, poi si allontanò e si sedette sul letto guardandola intensamente.
"Vorrà dire che questa volta mi limiterò a godermi lo spettacolo di te che ti spogli per me..." le rispose poi, fissandola maliziosamente e concludendo la frase con un occhiolino.
Emma ricambiò il sorriso malizioso e con una lentezza estenuante iniziò a spogliarsi sotto lo sguardo appassionato di lui: levò prima il lungo velo che era annodato alla sua acconciatura e lo lasciò cadere a terra, subito dopo portò di nuovo le mani alla testa e lentamente tolse tutti i fermagli che bloccavano l'acconciatura, lasciando cadere anche questi a terra; quando anche i fermagli terminarono scosse la lunga chioma bionda che finalmente le cadde libera sulle spalle.
A quella visione gli occhi di Killian brillarono di lussuria e fece per alzarsi, ma con un passo avanti Emma lo spinse di nuovo sul letto dicendo "Non ti è ancora consentito toccarmi, Capitano!".
"Questa me la paghi, Swan!" le rispose, tornando a sedere sul letto e guardandola con aria di sfida.
"Lo spero proprio!" disse Emma, facendogli l'occhiolino e portando con esasperante lentezza le mani dietro la schiena, per liberare lentamente tutti i bottoncini dalle loro asole. Killian seguiva ipnotizzato quel movimento (chiedendosi perché' quel dannato vestito avesse tutti quei bottoni!) e quando finalmente lei sganciò l'ultimo bottone e con la stessa lentezza di prima e fece scivolare il pesante abito dalle sue spalle, lasciandolo poi cadere intorno alle caviglie, un fremito di desiderio gli attraverso violentemente tutto il corpo.
La guardava, anzi la ammirava, nel suo corsetto bianco, abbinato alle calze e alle scarpe che ancora indossava, e tutto ciò incorniciato dai suoi lunghi capelli biondi la faceva sembrare quasi una figura evanescente. Killian avrebbe voluto alzarsi, sbatterla contro il muro e possederla in quell'istante, senza aspettare, ma dopo che lei lo aveva costretto a controllarsi non aveva intenzione di dargliela vinta tanto facilmente.
Emma lo guardò ancora una volta con aria maliziosa, dopo di che' superò il vestito che giaceva ai suoi piedi e sinuosamente si avvicinò a lui, posandogli una mano sul petto; il pirata aveva desiderato così tanto avere un contatto fisico con lei negli ultimi minuti che quel leggero tocco gli sembrò incandescente e non riuscì a resistere alla tentazione di cingere la sua vita con un braccio, gettarsela addosso e baciarla voracemente.
Lei sorrise contro le sue labbra, mentre si sistemava meglio a cavalcioni su di lui, e gli sussurrò "Mi chiedevo come mai non mi fossi saltato addosso appena quel vestito aveva toccato terra..."
"Shh, Swan, non è più il momento di parlare..." le disse di rimando lui, catturando di nuovo le sue labbra e puntando l'uncino sui lacci che bloccavano la sua biancheria, distruggendoli con fare deciso.
Il corsetto cadde a terra distrutto, seguito velocemente dalla giacca e dalla camicia di Uncino, mentre i loro proprietari si esploravano come se quella fosse stata davvero la loro prima notte insieme.
Emma si staccò dalle labbra di Killian per scendere a baciargli il collo, cercando di soffocare il quello i gemiti che lui le stava causando massaggiandola come ormai aveva imparato a fare, e lentamente iniziò a scendere prima sul petto, poi sui capezzoli, poi sull'addome, fino alla sua cintura.
La sua idea era più che chiara, ma Killian non aveva intenzione di lasciargliela mettere in atto: aveva avuto lei il controllo già per troppo tempo, ed era arrivato il momento di ribaltare la situazione, letteralmente.
Con uno scatto si mise in piedi e la fece sdraiare sul letto, bloccandola tra il suo corpo e il materasso; le diede un veloce bacio sulle labbra, godendo del lampo di stupore che era passato sul viso di lei per un momento, e molto lentamente iniziò a scendere lui questa volta, torturandola come aveva fatto lei dal momento in cui erano entrati in quella stanza.
Lobo, collo, seno, sterno, pancia... la baciava, la leccava, la stuzzicava, mentre lei si contorceva e gemeva completamente abbandonata alle sue attenzioni: quando arrivò agli slip si fermò un momento, solo per godere dell'impazienza che aveva attraversato il corpo di lei, poi spostando leggermente le mutandine e sussurrando più vicino del dovuto alla sua intimità, disse "Adesso, Swan, urlerai!"
Detestava quando era cosi sicuro di se', o almeno si convinceva di detestarlo perché' non avrebbe mai ammesso che questa sua sfrontatezza la eccitava ancora di più; ma tutti questi pensieri andarono dimenticati per essere sostituiti solo dal piacere nel momento in cui lui aveva lacerato con sicurezza i suoi slip e si era avventato su di lei con tutta la passione che aveva in corpo.
Non pensava che avrebbe resistito molto a quella piacevole tortura, e infatti dopo poco sentiva che stava per raggiungere l'apice: e anche lui lo aveva capito, per come lo stringeva e per come si agitava.
Pensò che quello era il momento giusto per vendicarsi di come lei lo aveva torturato prima e decise di fermarsi e di posizionarsi nuovamente sopra di lei, mentre Emma lo inceneriva con uno sguardo adirato, per essersi fermato sul più bello.
Lui la guardò con finta innocenza, come se non avesse capito cosa non andava, ma ad Emma non andava più di giocare: si avventò rapidamente sulla sua cintura, e in pochi secondi la sfilò e distrusse il bottone e la cerniera dei pantaloni, aprendoli con violenza; li abbassò insieme ai boxer che lui portava sotto di essi e se lo triò prepotentemente di nuovo addosso, baciandolo con passione e circondandolo con le sue gambe.
Uncino in quel momento decise che era ora di smettere di torturarla (e di torturarsi) e si abbandonò completamente a lei, stringendola a se.
Non era certo la prima volta che stavano insieme, ma quella notte tra loro c'era qualcosa di diverso, probabilmente la consapevolezza che avrebbero potuto vivere la loro vita insieme senza paure e senza pericoli.
Killian faceva scorrere la mano sul corpo di lei, sapendo ormai con sicurezza dove fermarsi per farla gemere, mentre l'uncino era piantato sul piumone, per poggiare il suo peso sul braccio sinistro e non sulla donna che amava; lei dal canto suo lo stringeva a se', cercava in tutti i modi di stare il più possibile vicina a lui, quasi a voler fondere completamente i loro corpi: lo stringeva con le cosce, attorcigliando le gambe attorno alla vita di lui, lo attirava a sé avvolgendo un braccio attorno al suo collo, baciandolo e mordendolo sulle labbra, quando non vi soffocava i gemiti che lui le provocava; l'altra mano invece vagava sulla schiena di lui, lasciandogli qualche graffio che lo faceva gemere di rimando sulle sue labbra, poi stringeva le sue natiche quando non lo sentiva abbastanza vicino, poi si abbandonava sul letto, cercava e stringeva il suo uncino, quando il piacere era talmente forte da doverlo deviare stritolando qualcosa.
Si strinsero, si guardarono, si baciarono, finche' non furono entrambi esausti e soddisfatti, quindi si abbandonarono al sonno ancora stretti l'uno all'altra.


La luce del sole che filtrava tra le tende chiare svegliò per primo Killian: aprì gli occhi velocemente, preoccupato che quello che aveva vissuto il giorno prima fosse stato solo un sogno o parte del sortilegio della Fata Nera, ma girandosi nel letto e vedendo la schiena nuda della moglie, che si muoveva in modo regolare seguendo il suo respiro, si tranquillizzò e sorrise a se stesso involontariamente.
Scosse la testa, decidendo di levarsi quel sorriso da ebete dalla faccia, coprì meglio sua moglie per evitare che prendesse freddo e si alzò, deciso a prepararle la colazione.
Indossò i boxer che aveva recuperato dal pavimento e in un primo momento decise di indossare anche i pantaloni ma vedendo le condizioni nelle quali si trovavano, e sorridendo per le stesse, decise che in fondo solo l'intimo sarebbe andato bene.


Quando dopo poco tempo salì in camera col vassoio della colazione, trovò Emma sveglia e seduta sul letto, con la schiena appoggiata contro i cuscini e con addosso la sua camicia.
"Buongiorno, marito!" disse lei, sorridendogli appena lo vide entrare dalla porta.
"Buongiorno, Principessa!" le rispose lui, sorridendo alla solita espressione schifata che faceva lei ogni volta che la chiamava "Principessa".
Posò il vassoio sul piumone bianco e entrambi iniziarono a fare colazione, il braccio sinistro di Killian attorno alla vita di Emma, la testa di Emma poggiata sulla spalla di Killian: non volevano lasciarsi andare nemmeno un secondo, dopo tutto quello che avevano passato, ma anche questo aveva delle conseguenze e dopo poco iniziarono a combinare disastri, tra caffè versato e brocche e piatti pericolanti.
Risero entrambi divertiti della situazione, mentre Killian toglieva il vassoio dal letto per scongiurare altri attentati a loro e al povero piumone.
"Non credo sia una buona idea fare colazione a letto, mi sa che è stato dimostrato che quando c’è un letto non sappiamo toglierci le mani di dosso" disse Emma, ridendo ancora ma con una punta di malizia nella voce.
"Se per questo nemmeno quando c’è un tavolo, un divano, una nave, un maggiolino giallo..." le rispose Killian tirandosela addosso, abbassando seducentemente il tono man mano che la avvicinava a se'.
"Capitano! Di nuovo?" disse lei sorridendo in modo totalmente malizioso, questa volta.
"Ti avevo detto che avremmo fatto la nostra luna di miele, e un pirata mantiene sempre le sue promesse!" gli rispose lui, facendo saltare tutti i bottoni della sua camicia con l'uncino, lasciandola spalancata.
"Siamo messi davvero male se ormai distruggi anche i tuoi di vestiti, Killian!" disse Emma ridendo, mentre si lasciava stendere sotto di lui, per festeggiare di nuovo il loro amore e il loro matrimonio.

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